Metodi di soccorso con ricerca analogica per soccorritori esperti

Ricerca a cerchio :

È IL metodo di soccorso per eccellenza per localizzare rapidamente le vittime sepolte a grande profondità. Messo a punto da Manuel Genswein, esperto svizzero nella ricerca delle vittime da valanga (www.genswein.ch/manuel_lawine.html), questo metodo è relativamente semplice da applicare, ed è adatto agli Arva digitali monoantenna e a doppia antenna. Ma se si vorrà essere efficaci nell’applicazione di questo metodo quando se ne presenterà l’occasione, bisognerà assolutamente allenarsi sul campo.

Negli ultimi metri dell’avvicinamento, se tenuto in posizione orizzontale l’Arva monoantenna e a doppia antenna del soccorritore capta 6 falsi massimali e uno vero.

Con l’Artva monoantenna:
bisogna necessariamente portarlo in posizione verticale, perché in questo modo indurrà “solo” più 2 falsi massimali, e quindi la situazione sarà più facile da gestire. Quando il segnale più forte sarà stato localizzato e contrassegnato (primo bastoncino), il soccorritore si allontanerà dal punto segnalato contando i passi, finché il segnale non sia quasi più udibile.
A questo punto, farà ancora la metà dei passi contati, e non udrà più il segnale.

Quindi traccerà un cerchio il cui raggio corrisponderà alla distanza che lo separa dal primo massimale contrassegnato sul terreno.

Ad un certo punto, dovrebbe nuovamente captare un segnale: il secondo falso massimale.
Lo localizzerà con esattezza attraverso la ricerca di precisione a croce, e contrassegnerà il secondo punto sul terreno (secondo bastoncino).

Il soccorritore si muoverà allora sulla linea che unisce i due punti segnalati, questa volta con l’Artva in posizione orizzontale. Quando percepirà il segnale più forte, vorrà dire che si trova sulla verticale della vittima. Secondo la posizione dell’antenna sepolta sotto la neve, il vero massimale sarà più o meno vicino di uno dei due falsi massimali contrassegnati con i bastoncini.

Se il soccorritore, mentre percorre il cerchio, non riesce a localizzare un secondo massimale con l’antenna in posizione verticale, significa che il primo massimale sarà l’unico valido, e che la persona sepolta ha la propria antenna perpendicolare alla superficie della neve.

A questo punto non rimane che iniziare il sondaggio della valanga, raggiungere la vittima e liberarla.

Con l’Artva a doppia antenna:
lo si terrà in posizione orizzontale fino al primo falso massimale. A quel punto lo si metterà in verticale, cercando nuovamente il primo falso massimale della posizione verticale, che dovrebbe trovarsi poco più avanti del punto precedente. Non appena verrà determinata la distanza più breve, che corrisponderà al primo falso massimale, si contrassegnerà il punto e ci si allontanerà da questo di circa 5-7 metri indicati sullo schermo (per esempio: 2,8 + 5 m = 7,8 m sullo schermo). La ricerca e la localizzazione del secondo falso massimale sarà identica al metodo della ricerca a cerchio applicata all’Arva monoantenna tenuto in verticale. Il metodo di localizzazione sulla linea tra i due falsi massimali sarà identico, con l’Arva in posizione orizzontale sulla linea.

Si può risparmiare tempo con questo metodo: quando l’Arva a doppia antenna indica un primo massimale, si contrassegna il punto, poi si continua in orizzontale sulla linea seguita fin lì. Se l’Artva a doppia antenna indica un secondo massimale molto vicino al primo, generalmente la distanza sarà più corta che sul primo massimale, e dovrebbe trattarsi del vero massimale. Quindi bisognerà usare la sonda e disseppellire la vittima!

Metodo dei tre cerchi :

Scarica il PDF (FR)! (source: article mag. les Alpes)

Questo metodo di soccorso, messo a punto dal Club Alpino Tedesco (DAV), è stato testato da numerose organizzazioni e scuole di alpinismo. È relativamente facile da spiegare e semplice da eseguire, ed è sufficiente nel caso di seppellimento multiplo semplice (2 persone vicine). Ma diventa inaffidabile non appena il numero delle persone sepolte sale a 3 o più: in questo caso conviene applicare il metodo della ricerca per microfasce, descritto più avanti.

Come si fa? Quando vengono individuate diverse vittime in un raggio limitato, si parte dalla prima vittima localizzata e contrassegnata, e si tracciano tre cerchi intorno ad essa, il primo di 3 metri, poi di 6 e 9 metri di raggio, allontanandosi con cerchi successivi a distanza di 3 metri l’uno dall’altro. Non appena la distanza diminuisce sensibilmente, ci si avvicina alla seconda persona sepolta, effettuando rapidamente la localizzazione a croce (metodo classico ortogonale). Dopo aver individuato la seconda vittima, bisogna ritornare sulla linea del cerchio su cui ci si trovava per continuare la ricerca in maniera sistematica.

Se non si individua una vittima al primo passaggio, il tempo di ricerca sarà raddoppiato!

Microfasce :

Questo metodo, reso popolare da Manuel Genswein, è l’unico efficace per la ricerca di diverse vittime vicine in caso di seppellimento complesso. Semplice da applicare, necessita comunque di allenamento, almeno una volta l’anno. Può essere usato quando il numero dei sepolti è superiore a uno.

Le microfasce devono essere parallele fra di loro, a una distanza compresa fra i 5 e 2 metri, a seconda che le vittime siano numerose e vicine oppure no. Più ci sono sepolti vicini, più la distanza fra le microfasce deve essere ridotta.

Appena localizzata la prima vittima, il soccorritore se ne allontana fino a visualizzare sullo schermo dell’Artva la distanza di 15 m, e inizia a percorrere le microfasce. L’Artva deve essere in posizione orizzontale rispetto alla superficie della valanga, e sempre orientato nella stessa posizione di partenza, cioè perpendicolare allo spostamento sulla fascia di ricerca. La posizione scomoda permetterà tuttavia all’Arva di concentrarsi ancora meglio sul segnale più forte e più vicino, e al soccorritore di capire più rapidamente se vicino a lui ci sono molte vittime. Il numero di bip analogici uditi è da mettere in relazione con la distanza che compare sullo schermo: per esempio, se due bip distinti vengono captati quando l’Artva indica una distanza di 2 m, significa che nel raggio di 2 metri si trovano 2 vittime. Non appena viene captato un segnale sufficientemente forte (distanza sullo schermo inferiore a 3 m), il soccorritore abbandona la linea su cui si trova per effettuare la ricerca di precisione a croce e, localizzata la vittima, ritorna sulla linea per riprendere la ricerca. Il soccorritore deve spostarsi lateralmente e anche in avanti, fino a quando la distanza sullo schermo è di 15 m. Dopo aver ispezionato tutta la zona come descritto, se le vittime non sono state tutte localizzate il soccorritore si rialza e continua la ricerca sul resto della valanga, con metodo classico. Il metodo delle microfasce è molto efficace, a condizione che venga applicato rigorosamente. Permette al soccorritore solitario di fare il triage, di cercare la vittima più vicina alla superficie e di iniziare a liberarla. Inoltre, il soccorritore più esperto potrà contrassegnare ogni vittima in modo rudimentale, permettendo ad altri soccorritori di raggiungerla immediatamente con la sonda e poi disseppellirla.


Metodo direzionale :

Questo metodo analogico di soccorso può essere usato per una o più vittime. Applicabile agli Arva monoantenna di prima generazione, permette al soccorritore esperto di risparmiare tempo prezioso appena dopo la captazione del primo segnale. Richiede un allenamento regolare, perché bisogna che l’orecchio acquisti una sensibilità tale da riuscire a distinguere le variazioni di intensità del segnale analogico ricevuto. Quando si percepisce il primo segnale, l’Arva deve essere tenuto nella posizione in cui lo ha ricevuto, e il segnale deve crescere di intensità: se ciò non avviene, bisogna ruotare di 180°. Il soccorritore, che continua ad avanzare nella giusta direzione, deve poi porre il suo Artva in posizione orizzontale, e ottimizzare la ricezione del segnale scandagliando a destra e a sinistra della linea su cui si sta spostando, proprio per trovare eventuali cambi di intensità del segnale. Ogni volta che cambia direzione, dovrebbe diminuire l’intensità del suono, cercare il segnale e avanzare. Dopo pochi metri dovrebbe essere già in grado di individuare la forma ellittica del proprio percorso sulla superficie della valanga, e questo gli permetterà di guadagnare tempo nella ricerca del segnale.
Negli ultimi metri, e cioè non appena si trova nel punto in cui l’intensità di ricezione dell’Artva è quasi al massimo (cioè sulle ultime due o tre tacche), lo porrà in verticale e proseguirà – lentamente e scrupolosamente – nella stessa direzione seguita fin lì. Il cambio di posizione dell’antenna gli permetterà di evitare i falsi massimali tipici della posizione orizzontale. Non appena avrà trovato il primo falso massimale – sempre mantenendo la stessa direzione – il soccorritore rimetterà l’Artva in orizzontale, avanzando molto lentamente. Dovrebbe così trovare un secondo massimale, quello vero. Se non lo trova, il primo massimale è quello giusto (vittima seduta). A questo punto non resta che sondare e scavare.

Plurivittima con ricerca analogica :

Nel caso in cui il soccorritore dovesse reperire due segnali distinti, dovrà contrassegnare sul suo percorso (bastoncino con rondella in alto) il punto in cui ode distintamente i due segnali, poi continuerà nella direzione del segnale più forte. Appena lo avrà trovato, sonderà e contrassegnerà la prima vittima, poi ritornerà al posto contrassegnato col bastoncino ritrovando il primo segnale seguito, poi ruoterà su se stesso tenendo l’Artva orizzontale con tutte e due le mani, in modo da poter captare il secondo segnale meno forte. Potrà allora ripartire nella direzione del secondo segnale effettuando le stesse operazioni fatte per il primo.