Valanghe plurivittima

Valanghe plurivittima:

Nel caso di un incidente con diverse vittime coinvolte, la scelta della strategia da adottare dipenderà dal numero dei potenziali soccorritori. C’è unica persona in superficie, oppure sono diverse le persone che possono partecipare al salvataggio? Se c’è una persona sola, dovrà adottare la tecnica della ricerca sistematica delle vittime tenendo conto di 4 criteri, e cioè:

la natura del terreno che la vittima ha attraversato trasportata dalla valanga ha un’influenza diretta sulle sue possibilità di sopravvivenza. In effetti, se la valanga ha saltato una barra rocciosa, attraversato una pietraia o un bosco, la probabilità che la vittima abbia subito ferite gravi o persino mortali è sicuramente più alta che se fosse “soltanto” scivolata su una superficie liscia, nel qual caso le possibilità di sopravvivenza sarebbero maggiori;

il tipo di neve influenza il tempo impiegato per liberare la vittima. In caso di neve polverosa e leggera, si farà meno fatica. Se invece è bagnata e pressata, il tempo necessario può facilmente triplicare;

la profondità a cui vengono trovate le vittime – che dipende direttamente dalla qualità della neve – è il criterio di maggiore importanza.
Per sgomberare 50 cm di neve si impiegheranno 5 minuti,
per 1 metro da 8 a 25 minuti,
per 2 metri da 15 a 45 minuti,
per 3 metri da 20 minuti a 1 ora;

il terzo criterio è quello della distanza che separa le vittime. Insieme alla distanza, anche la pendenza e le asperità del terreno influenzeranno le scelte del soccorritore. Se le persone sepolte sono vicine le une alle altre, sullo schermo dell’Arva si vedranno più vittime, o si udranno diversi segnali acustici distinti. Ciò significa che le persone travolte si trovano abbastanza vicine al soccorritore, che quindi passerà rapidamente su ciascuna di esse per determinarne la profondità (con l’Arva a tripla antenna si guadagna moltissimo tempo!), risolvendo l’eventuale problema della sovrapposizione dei segnali.

Ricerca sistematica (o triage) :

Quale vittima bisogna liberare per prima?
Dopo aver “sorvolato” la zona e localizzato tutte le vittime vicine le une alle altre tenendo conto dei criteri esposti più sopra (natura del terreno attraversato, tipo di neve, profondità e distanza tra le persone travolte), si potranno prendere decisioni che portino a ricercare sistematicamente le vittime in funzione delle loro oggettive possibilità di sopravvivenza.

Nella maggior parte dei casi, bisogna assolutamente iniziare dalla persona che si trova sepolta a minor distanza dalla superficie, perché le sue possibilità di sopravvivenza sono superiori a quelle di una vittima sepolta in profondità (grazie a probabili infiltrazioni di ossigeno dalla superficie, minor pressione sul torace, sgombero della neve in minor tempo, ecc.).

Se invece il soccorritore trovasse un’unica vittima vicina a sé, sepolta a non più di 1 metro, può cominciare a liberarla dalla neve: per localizzare le successive servirebbe un tempo non determinabile, perché non si conosce la distanza da percorrere per raggiungerle. Evidentemente, non appena liberata la prima vittima si partirà alla ricerca delle altre.

Nel caso in cui si dovesse rinunciare a liberare la prima vittima localizzata perché sepolta a una profondità tale (superiore a 2 metri, con neve pesante) che il tempo che le si dovrebbe dedicare danneggerebbe notevolmente le vittime successive, si renderebbe obbligatorio segnalare il punto esatto in cui si trova, per esempio con un bastoncino piantato in profondità con la rondella verso l’alto, per poterlo rintracciare rapidamente non appena liberate le altre vittime, sperando che siano sepolte a una profondità minore della prima… Certamente è una scelta difficile da fare, ma si rivela indispensabile proprio perché il tempo scorre inesorabilmente e limita le possibilità di sopravvivenza di tutte le persone travolte.

Scegliere significa rinunciare a…

L’Arva Pulse Barryvox offre un’informazione supplementare che aiuta il soccorritore singolo a scegliere la vittima da liberare per prima. Quando percepisce un movimento, l’Arva della persona sepolta trasmette l’informazione al Pulse del soccorritore, sul cui schermo compare allora un simbolo che sta a indicare che la vittima emette segnali vitali riconosciuti. Quando il simbolo non appare, significa che la vittima si trova in una condizione sconosciuta, ma non certo che sia morta! Questo può diventare un criterio decisivo nel caso in cui si abbiano due persone sepolte a uguale profondità, di cui una dà qualche segno di vita e l’altra no. In ogni caso, il criterio principale rimane quello della profondità.

A proposito, come si fa a scegliere tra due persone sepolte che danno entrambe qualche segno di vita? La profondità sarà determinante. Tener conto dei segnali vitali riconosciuti può aiutare il soccorritore che si trova da solo a decidere, e la scelta non può essere interpretata come una volontà di nuocere deliberatamente a una o all’altra vittima.

Lo scopo di tutti i soccorritori rimane sempre quello di estrarre dalla neve il maggior numero possibile di persone vive. Un incidente causato dalla caduta di una valanga rimane comunque un incidente, una situazione di emergenza in cui le persone rischiano di perdere la vita…

Quando i soccorritori sono molti, il criterio della scelta diventa relativo, visto che di solito si cercano e si liberano dalla neve tutte le vittime contemporaneamente. Quando le persone travolte sono state localizzate, liberate e portate al sicuro, hanno ancora bisogno d’aiuto, e questo è un argomento difficile: la vittima di un incidente dovuto alla caduta di una valanga è potenzialmente un politraumatizzato il cui trasporto crea problemi non indifferenti.

Le prime operazioni da eseguire con estrema urgenza sono queste: assicurarsi che la persona riesca a respirare, che sia cosciente, cercare di identificare il tipo di trauma che ha subito, prestare i primi soccorsi, proteggerla dal freddo e, naturalmente, organizzarne il trasporto. Tutto ciò è relativamente semplice nel caso di una sola persona, ma le cose si complicano in maniera esponenziale quando le vittime sono molte e il soccorritore è uno solo.

Se il numero dei soccorritori aumenta, setacciare il terreno perde importanza, in quanto tutte le persone sepolte possono essere cercate contemporaneamente. Il numero di sopravvissuti all’incidente e in grado di liberare le persone travolte influenza direttamente il risultato delle operazioni di salvataggio e il bilancio finale delle vittime. Più ci sarà gente che si dà da fare a spalare, meno tempo si impiegherà e, di conseguenza, le possibilità di sopravvivenza dei sepolti aumenteranno.